Festa di Sant'Antonio Abate - "U viaggiu"
"Avendo
completato tutti i lavori di protezione programmati presso il campanile
della Chiesa S. Antonio Abate, vi comunico, con tanta gioia, che
riprenderemo ad accendere il fuoco del Santo nel luogo tradizionale.
Domani 16 gennaio alle ore 8.00, ci sarà la benedizione, appunto, del fuoco
di S. Antonio Abate e seguiranno la recita della coroncina e S. Messa.
Siamo tutti invitati!!!"
Padre Emeka
Chiunque abbia familiarità con Sant'Antonio Abate e con la festa di Novara di Sicilia, sa che ci sono due punti fermi: l'accensione del fuoco nel campanile e la benedizione degli animali. Ciò dipende da vari episodi della vita del Santo, infatti:
È invocato contro tutte le malattie della pelle e contro gli incendi,
è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri,
perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster, ma
anche in base alla leggenda popolare che narra che S. Antonio si recò
all’inferno, per contendere l’anima di alcuni morti al diavolo e mentre
il suo maialino sgaiattolato dentro, creava scompiglio fra i demoni, lui
accese col fuoco infernale il suo bastone a ‘tau’ e lo portò fuori
insieme al maialino recuperato e lo donò all’umanità, accendendo una
catasta di legna.
Per millenni e ancora oggi, si usa nei paesi accendere il giorno 17 gennaio, i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di s. Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera. Le ceneri poi raccolte nei bracieri casalinghi di una volta, servivano a riscaldare la casa e con apposita campana fatta con listelli di legni per asciugare i panni umidi.
Per millenni e ancora oggi, si usa nei paesi accendere il giorno 17 gennaio, i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di s. Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera. Le ceneri poi raccolte nei bracieri casalinghi di una volta, servivano a riscaldare la casa e con apposita campana fatta con listelli di legni per asciugare i panni umidi.
Come detto, anche nella nostra parrocchia si accende il fuoco, quest'anno di nuovo nel campanile e peculiarità nella nostra tradizione è che i fedeli, devoti al Santo facciano "u viaggiu", cioè portino ognuno un legno da ardere nel fuoco scoppiettante, anche per mantenerlo acceso.
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| "U viaggiu" La piccola Maria Assunta porta un legno da accendere nel falò. |
A domani! Buon "viaggiu" a tutti!!
